Cucina erotica di Mistinguett

Cucina erotica di Mistinguett

Si chiamava Jeanne Bourgeois, era arrivata a Parigi dalla piovigginosa Enghien-les-Bains e a Parigi si guadagnò una dubbia reputazione presso le beghine e un nome che valeva un tutto esaurito al botteghino: Mistinguett. Avevo letto qualcosa di lei in un libro sul variété francese della fine dell’Ottocento. Mi è tornato alla mente rivedendola in un film muto su una piccola rete televisiva locale, Fleur de pavé. Era corvina di capigliatura, aveva gambe rotondette, ginocchia da contadina, un accenno di seno, modi spicci, e un sorriso smagliante sotto un paio d’occhi ridenti e giovanili. Piaceva agli uomini, che correvano ad applaudirla al Moulin Rouge, alle Folies Bergère o al Casino de Paris, sommergendola di rose e d’inviti a cena. Al culmine del suo successo, era insaziabile in tutto, le piacevano gli uomini e, come scrivevano di lei i giornali scandalistici, non esitava a mettersi ai fornelli per restituire, con cibi e ricette della sua infanzia di provincia, un poco di vigore ai suoi numerosi e generosi amanti. Tra i piatti, amava molto un’insalata, rubata a Casanova, di cui porta il nome, e delle uova, cucinate in modo rude, che chiamava alla carrettiere. L’insalata è un’entrata e si prepara all’ultimo minuto, affettando con cura in uguale quantità, cuori di sedano bianco e tartufo nero, che vanno conditi con olio d’oliva sale e pepe. Per le uova invece, ce ne vogliono tre a testa. In una padella con una noce di burro soffriggete per qualche minuto una fetta di prosciutto cotto, alta almeno mezzo centimetro.
Aggiungeteci un cucchiaio di zucchero, uno di Cognac e uno di aceto, fate caramellare lo zucchero senza bruciare il prosciutto. Poi, rompete su ogni fetta due uova intere, sistemateci accanto un terzo tuorlo, spolveratele con pepe di Caienna, regolate il sale e mettete i piatti in forno fino a quando non sono cotte le uova.
Mistinguett nell’intimità, girava per casa con dei pagliaccetti pieni di pizzi che coprivano ben poco; con la torta ai pistacchi, con la quale si può concludere questa cena, non aspettatevi lo stesso effetto. Pestate mezzo chilo di pistacchi puliti in un mortaio con due albumi d’uovo, aggiungeteci la scorza di un’arancia grattugiata, 250 grammi di zucchero in polvere, un bicchierino di Cognac, una noce di burro, sei tuorli d’uovo. Mescolate il tutto per bene e amalgamateci, girando lentamente, i rimanenti quattro albumi montati a neve ferma. Sistemate il composto in una tortiera a bordi mobili, imburrata e a forno già caldo, cuocetelo per almeno cinquanta minuti. Potete provare questo menù per ammaliare ma, per quanto riguarda i risultati… sono incerti, come tutti i progetti che devono fare i conti con le emozioni dell’altro.