Collezionista ed esperta d’arte contemporanea, Sonia Raule ospita nella sua casa milanese una rigorosa collezione d’arte cinetica e programmatica. Ha fondato un’associazione culturale per salvaguardare il patrimonio ambientale e storico delle Fonti del Clitunno, ha organizzato rassegne di poesia per il Festival di Spoleto e ne ha curato le mostre d’arte insieme al critico Achille Bonito Oliva. Per tre anni è stata autrice, produttrice e conduttrice del programma Art’è su Raitre e tra i soci fondatori di Madeinart, società che produce e promuove l’arte contemporanea. Ha curato una retrospettiva di sette opere dello scultore britannico Anish Kapoor e l’installazione della sua monumentale opera site specific “Dirty Corner”.
“Per quanto riguarda l’arte, ciò che mi stupisce e mi rapisce è sempre la poesia. Ciò che colgo negli affreschi di Guido Reni nel palazzo del Quirinale di Roma è la poesia struggente.
La poesia che mi ha guidato nella visita alla mostra “La finestra sul cortile” alla Gam di Milano dove si mettono a confronto le collezioni private Berlingeri e Panza in un dialogo tra antico e contemporaneo e dove il nostro campo visivo sembra portato a “spiare”, proprio come quello del fotoreporter Jeff nel celeberrimo film di Hitchcock è, invece, la poesia romantica.
La fondazione Carriero ha dato spazio all’immaginario folle dell’artista barese Pino Pascali dove si sentono vibrare le sinergie tra l’arte tribale e la poetica dell’artista che vuole farci raggiungere con lui una dimensione magica.
Del museo Prada mi piace lo spirito e la capacità di “rimescolare” gli stili, gli accostamenti, i linguaggi.
Di Picasso si dice che abbia messo in mano il pennello ai grandi artisti del XX secolo. Sarà, ma di lui amo i primi quadri, quelli dipinti alla fine dell’800, quando copiava Goya.
Se devo dire l’artista che più mi colpisce tra i contemporanei è Daniele Puppi. Davanti ai suoi lavori provo la stessa emozione provata davanti ai primi tagli o buchi di Fontana. Sento in Daniele il desiderio di trovare una dimensione “altra” che elabori un concetto di forma estetica in un tempo ormai “robotico”, senz’anima, un momento storico significativo per sempre, dove il digitale ha inghiottito e divorato l’analogico.